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Teatro
«Non è la nostra tempra che è cosí forte, Marco, è il cuore. Il nostro cuore è fortissimo. È forte perché aspetta sempre. Cosa aspetti, non si sa. Ma è dotato di un'infinita pazienza. Tutto il resto in noi è tanto fragile. Abbiamo lo stomaco delicato, la pelle delicata, il palato sensibile, i nervi fragili. Abbiamo insonnie, tremiti, incubi, sudori notturni. Ma il cuore non ha mai niente. È sanissimo. Ingoia tutto, manda giú tutto, i distacchi, la solitudine, i veleni, i pensieri angosciosi, gli anni orribili. È il cuore che è forte, Marco, è il cuore ».
Il libro
«In tutto quello che abbiamo scritto, siano romanzi o commedie o altro, è nascosto e custodito il tempo che abbiamo passato mentre stavamo scrivendo. Nelle commedie quel tempo è custodito più diffusamente e più intensamente. Le commedie hanno un prima e un dopo. Hanno lunghi strascichi e intorno vi ruota una folla di luoghi e di gente. Di alcune commedie magari non ce ne importa più molto, ma quello che vi è nascosto e custodito e vi ruota intorno ci è caro per sempre. Case o stanze in cui abbiamo abitato quando le abbiamo scritte e pensate. A volte sono case o stanze in cui non ci è consentito o non vogliamo rientrare. Paesi dove non ritorneremo. Teatri. Grossi fili neri sparsi per terra. Amici che abbiamo smesso di frequentare. Voci che abbiamo devotamente ascoltato e il cui suono è perso. Visi amati. Il ricordo dei morti».