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Le parole la notte
«Una mano spietata e ascetica annulla in questo romanzo ogni parola che non sia assolutamente necessaria».
Pietro Citati
Il libro
Quarto e ultimo romanzo dello scrittore ligure scomparso nel 2001, Le parole la notte è un concentrato della narrativa di Biamonti. Nel paesaggio scarno e decadente dell’entroterra ligure di Ponente alcuni personaggi italiani e francesi, con storie misteriose e drammatiche dietro le spalle, conversano fra loro, sull’abisso di una civiltà che muore. Al centro del gruppo, la bellezza malinconica di Veronique. Tutto intorno affiora con segnali inquietanti un traffico di profughi stranieri e di malavita suscitando compassione e paura. Un libro profetico diventato drammaticamente attuale. Uno scrittore che con il tempo si apprezza sempre di più ed è ormai giustamente considerato una delle voci più importanti della letteratura italiana degli ultimi decenni.
***
Per Biamonti, il paesaggio è ciò che snerva la narrazione e alleggerisce il personaggio dei suoi pesi tradizionali – il desiderio, i rapporti di forza, l’identità stessa – e lo rende quasi pensiero in atto. È un obbligo, un confine che smaterializza il racconto, lo sospinge avanti e lo interrompe necessariamente, e insieme rende esitante e aperta la forma del personaggio. Leonardo, protagonista di Le parole la notte, non sfugge alla regola. Il suo pensiero fisso è il male ontologico che tocca gli uomini e da cui è immune, superbamente, la natura. Se in una celebre pagina dello Zibaldone di Leopardi tutto soffriva, come in un «vasto cemeterio», qui solo l’uomo soffre, Leonardo, paziente e senziente, circondato da un’umanità sgretolata e babelica. Le rocce, il mare, i colchici, i rondoni, il vento, i prati, i lentischi, la brina, i crinali non soffrono. E questo romanzo «lirico» è innanzitutto un libro di universale pietà, non cristiana ma umana e razionalistica, verso tutti i simili, sconosciuti e vicini, incomprensibili e amabili come fratelli. Curdi, prostitute, vecchi fuggitivi…
Dalla prefazione di Giorgio Ficara