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La paga del sabato
Scritto insieme ai Ventitre giorni della città di Alba, ma rimasto inedito fino al 1969, La paga del sabato rappresenta per certi versi il seguito delle vicende della guerra partigiana che Fenoglio aveva mirabilmente raccontato.
Il libro
Ettore è il tipico disadattato che dalla guerra è uscito scontroso e insofferente, e non riesce a rassegnarsi alla modesta e tranquilla routine di un lavoro qualunque. Per questo decide di darsi ad affari poco puliti e molto redditizi, mettendo a frutto la sua grinta di «duro», di piccolo Humphrey Bogart di paese. Ma quando, costretto a metter su famiglia, si ritira e si mette in proprio con un lavoro onesto, uno stupido incidente volge l’epilogo in tragedia. Del Fenoglio maggiore questo romanzo ha il piglio svelto e concreto, il modo di raccontare per scorci vigorosi, la capacità di consegnare in poche battute personaggi memorabili.
Con una nota al testo, un profilo biografico e una bibliografia essenziale.
***
«Fenoglio sa centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che davvero mi sembra rara».
Italo Calvino