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Cosí per gioco
Un libro divertente, ma sorretto dal rigore filologico, che ripercorre, dalle origini al secolo scorso, l' altra poesia, quella bassa, che, a fianco della lirica «alta», amorosa o epica, sceglie le vie del capovolgimento giocoso, del rifacimento parodico, dell'ironia satirica.
Il libro
«L’anno che Gesucristo impastò er monno, I ché pe impastallo ggià cc’era la pasta, I verde lo vorze fà, ggrosso e rritonno I all’uso d’un cocommero de tasta. I Fesce un zole, una luna, e un mappamonno, I ma de le stelle poi dí una catasta: I su uscelli, bbestie immezzo, e ppessci in fonno: I piantò le piante, e ddoppo disse: Abbasta…»
Giuseppe Gioacchino Belli
Oltre cento poeti – da Cecco Angiolieri a Ernesto Ragazzoni, passando per Berni e Burchiello, Porta e Belli, ma includendo anche poeti altrimenti «severi», come Dante, Della Casa, Parini, Monti, Leopardi – attraverso i quali Guido Davico Bonino esplora i molteplici sentieri di quest’altra poesia, dove si stagliano giganti del calibro di Luigi Pulci o Teofilo Folengo e dove continue sono le sorprese di lettura.
Ogni autore è presentato da un breve cappello introduttivo, ogni brano è annotato e – se in latino macaronico o in dialetto – tradotto riga-verso.