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Via delle Oche
1948. Il Paese è diviso, inquieto, le ferite della guerra non sono ancora sanate, e il commissario De Luca è di nuovo a caccia. Tra le elezioni politiche infuocate di aprile e l'esaltazione estiva per le vittorie di Bartali al Tour de France, si ritrova per le mani un nuovo caso. Un omicidio che qualcuno vorrebbe archiviare troppo in fretta.
Il libro
Sono passati tre anni dalla fine del conflitto e le tensioni sono ancora fortissime. Il commissario De Luca ha evitato la vendetta dei partigiani, che volevano giustiziarlo in quanto ex membro della polizia politica fascista, ed è di nuovo in servizio, ancora a Bologna. Lo hanno assegnato alla Buoncostume; non il massimo per uno che veniva considerato il miglior poliziotto d’Italia. Eppure il caso che si trova ad affrontare è assai piú complesso di quanto lui stesso potesse attendersi. C’è un morto, un buttafuori da bordello, e De Luca, che non è cambiato, viene assalito dalla solita febbre: deve trovare il colpevole, a ogni costo. Anche se non ha l’autorità per svolgere le indagini. Anche se dovrà subire enormi pressioni. Anche se intorno a lui l’Italia repubblicana sta vivendo la sua prima grande crisi.
– Alla centrale hanno preso la chiamata di una donna disperata che urlava che avevano ammazzato Ermes in via delle Oche numero 23. Lo sapete cosa c’è in via delle Oche 23?
De Luca annuí, rapido.
– Sí, un bordello.
– Via delle Oche è tutta un bordello e poi, è vero… ve l’avevo detto io, prima.
Ma bisogna che queste cose ve le impariate da voi, commissario, ora che state alla Buoncostume. Bologna è piena di bordelli e adesso sono tutti vostri.