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Ti saluto mio secolo crudele
Il secolo Ventesimo è un gorgo di eventi, immagini
e persone, un tornado che ci ha travolti e non più
posati a terra. Chi meglio di Guido Ceronetti
potrebbe raccontarne la vertigine?
Da Marilyn Monroe, che ha segnato l'epoca con la sua
nociva bellezza, al fotografo McCullin, che attraverso
la sua macchina spiava la fessura di un mistero doloroso.
Dal delitto Manson a quello di Novi Ligure.
Dalla distruzione dei due Buddha di Bamiyan
al crollo delle Torri gemelle, giorno in cui il secolo
esaurisce «il suo respiro stracco di moribonda risacca».
Il libro
«Quale sia dunque, stando cosí le cose, l’Evento nascosto che segna il secolo, fa pendolare il pensiero: ma va preso come gioco nei campi lunari del Possibile.
Mi sarebbe facile indicarlo in qualche crimine, isolato o mondiale, in sterminate foreste di Alberi del Male, ma voglio qualcosa di piú raro e difficile…»
«Rappresentare» il presente, graffiare il futuro, proteggere il passato dall’azione del tempo. E farlo attraverso frammenti pulsanti, che restituiscano il peso di un secolo. Dalla parabola del cinema all’ultimo grido del telegrafo, dal demoniaco Helter Skelter dei Beatles al delitto di Novi Ligure, dal contestato suicidio di Marilyn Monroe alla figura anonima di un lucidatore di scarpe ebreo, dall’invenzione del napalm alla tragedia dell’Undici Settembre, dalle cui ceneri nasce, funesta fenice, il nuovo millennio.
Ciò che del passato emerge è in primo luogo l’anima devastatrice, la forza distruttiva, il carattere diabolico e irrazionale. Perché il Novecento, con i suoi genocidi, le pene capitali, gli orrendi delitti familiari, e poi con il trionfo della tecnica, l’annientamento della natura e degli animali, è soprattutto morte, apocalisse, rovina. E s’incarna in personaggi diversi, piccini o sublimi, diabolici o angelici o semplicemente umani, in un pazzo elenco: Rudolf Hess, Charles Manson, Erika e Omar, Marina Cvetaeva, i Beatles, Kim Phuc, John Fitzgerald Kennedy, Marilyn Monroe, Carl Gustav Jung, Martin Heidegger…
A difesa del mondo, e del genere umano, rimangono alcune tendenze (come il vegetarianesimo) e le testimonianze di autori illuminati che Ceronetti riporta generosamente.
Ed è proprio questo S.O.S.
di voci che echeggia nell’universo anche dopo la cessazione dei segnali Morse – richiesta d’aiuto estrema e inconsapevole, da sempre e per sempre – che può forse rendersi udibile.
Un libro in cui Ceronetti si fa cantastorie surreale del reale, con una scrittura sapienziale, lirica, che sa diventare tagliente e puntuta, seguendo i bivii dell’ironia e dell’intelligenza che si aprono al pensiero.
I poster finali, composti dall’autore stesso, che mescolano immagini d’epoca con suggestioni oniriche, titoli di giornali e frasi più o meno celebri, sono emblemi il cui compito è colmare i silenzi e i vuoti della parola.