-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Sheol
Il libro
C’è un caso, tra i tanti, che Ruben Massei, ispettore della Squadra Mobile, deve – anzi vuole – risolvere: come se ne andasse della sua vita. Infatti è proprio della sua vita che si tratta, in modo oscuro.
Questo caso riguarda il presente, ma ha radici lontane. Nei pressi di una villa fuori Roma, tre naziskin e una ricca signora ebrea scompaiono lo stesso giorno, il 4 settembre del 1993. E cinquant’anni prima, in quella stessa villa, una famiglia ebrea stava tentando di sfuggire alla deportazione.
Una ricca signora ebrea e tre naziskin scomparsi nel nulla da un giorno all’altro. Una villa fuori Roma che pare il centro di tutto: nel 1993 come nel 1943.
Questo è «il caso» di Ruben Massei, ispettore della Squadra Mobile del Commissariato Zona Centro di Roma. Un’indagine non autorizzata, la sua, dalla quale è stato di fatto estromesso. Eppure, «pazzo di sensazioni e senza uno straccio di prova», Ruben Massei continua a indagare, a trovare indizi, a seguire false piste: a inseguire fantasmi, soprattutto.
Perché quel caso gli parla di lui. Delle sue radici, della sua storia privata, e delle intersezioni con l’altra Storia, quella di tutti. Ruben è ebreo, la sua famiglia è stata sterminata ad Auschwitz nel 1943, quando lui non aveva ancora un anno. Forse è per questo che si trasforma in un segugio sempre all’erta: per stanare il suo passato. E se tutto ciò provocherà una rivoluzione nel suo mondo ordinato, tanto meglio.
Perché Ruben è un vecchio ispettore cocciuto, e crede che «le parole non dormano», che «le idee esigano una cura costante, a dispetto di tutto, a dispetto del pudore». Allora meglio, infinitamente meglio, una verità che non consola, ma che dà riposo. Soprattutto a qualcuno che viene da molto lontano: dallo sheol, da un altro mondo.