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Ritorno alla città distratta
Torna a dieci anni dalla sua prima pubblicazione, arricchito di nuovi capitoli, un reportage che ha saputo cogliere le molteplici variabili che animano e fondano lo sviluppo di una città. Caserta finisce per trasfigurare e diventare personaggio narrativo con i suoi movimenti e la sua sapienza popolare che il narratore si impegna a descrivere, analizzare, raccontare con sentimento.
Il libro
«Senza la Città distratta non avrebbe potuto esserci Gomorra».
Roberto Saviano
A Caserta le cose cambiano, si evolvono. E cosí, il contrabbando di sigarette cede il passo alla vendita della cocaina e la camorra organizza un sistema in franchising per potenziare lo smercio della droga. A Caserta ci sono degli architetti che si lagnano perché in tanti vogliono ristrutturare il proprio locale alla maniera neoborbonica. A Caserta ci sono quelli ottimisti che da un giorno all’altro si sono trovati sommersi dai rifiuti e si sono avviliti e ci sono quei casertani che, pessimisti cronici, stanchi di tutto questo andazzo, hanno deciso di prendere un treno per il Nord e non tornare mai piú e una volta lontani si sono resi conto che alcune tipologie di rifiuti che impestavano Caserta partivano proprio da quelle città del Nord, in apparenza linde, ottimiste, pulite. E che in tanti, durante il fine settimana, dal Nord scendevano giú a Caserta per comprare droga a basso prezzo, arricchendo cosí i clan, gli stessi che magari investivano i proventi nel settore rifiuti. E allora quei casertani emigrati si sono resi conto con stupore che Caserta è ovunque e complessa è la sua antropologia.