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Pietre, piume e insetti
Saper leggere la natura può salvare la vita. È quello
che capita agli escursionisti colti dalle intemperie
durante un'ascensione al monte Ventoux. O al capitano
Arsen'ev, che ben due volte, nella taiga siberiana, deve
ringraziare la guida preziosa del cacciatore Dersu Uzala.
Ma questo non è un manuale di allenamento dello
sguardo, o non solo. È un libro di avventure,
esplorazioni, scoperte, col fango sotto le suole,
seguendo le picchiate del falco e le fughe impazzite
delle sue prede.
Ci troverete la descrizione del Bufo bufo, il microcosmo
racchiuso nella buccia d'arancia di Ponge, le sfide
a colpi di maggiolini dei bambini di Meneghello.
E poi ancora Primo Levi, Franzen, Neruda, Gadda,
Jünger...
Grandi scrittori e grandi naturalisti, perché scienza
e poesia si esprimono nella stessa lingua. Come diceva
Nabokov, «la scrittura e la caccia alle farfalle sono
i piaceri piú intensi che un uomo possa conoscere».
Il libro
Osservare la natura è un’arte? Forse sí. Di certo richiede tempo, e molta dedizione. Occorre una guida esperta che ci permetta di distinguere alberi, rocce e animali, ma soprattutto che ci racconti le loro storie: dalla caccia a insetti rari che sembrano gemme volanti all’incontro inatteso con un geco sul muro di casa, dalle spese e imprese folli degli appassionati di farfalle alle tragicomiche disavventure dei piú grandi naturalisti.
Vladimir Nabokov scrive: «Ho scoperto in natura i piaceri non utilitaristici che cercavo nell’arte. Erano entrambe una forma di magia, entrambe un gioco intricato di sortilegio e illusione». E la scoperta della natura come gioco è proprio uno dei fili che legano i testi di quest’antologia. L’esplorazione temeraria e trasgressiva sperimentata da bambino – catturare pericolosissimi ranci felloni, dissezionare la carcassa di una tartaruga di mare in veranda – contribuisce alla costruzione di una geografia interiore fatta di sentieri, luoghi preferiti e segreti: degli erbosi o boscosi «paesi delle meraviglie».
E quando la scoperta della natura è fatta cosí precocemente, essa può arrivare a connotarsi come un vero e proprio innamoramento. Piero Calamandrei narra che i suoi erbari, frutto di emozionanti raccolte adolescenziali, sono conservati in fondo a un armadio insieme alle lettere d’amore, quelle che non si aprono piú. Con una sostanziale differenza: se gli amori giovanili e i baci rubati non torneranno, la natura ha la capacità forse unica di restituire per tutta la vita lo sguardo curioso e incantato della prima volta. Matteo Sturani ha raccolto alcune tra le piú belle pagine della letteratura mondiale in cui scienza e poesia parlano la stessa lingua. Un originale percorso che è anche un apprendistato, dove a fare da guida sono scrittori come Calvino, Hemingway, Jünger, poeti come Sbarbaro, esploratori come Macfarlane e naturalisti come Durrell e Wilson.
Un’esperienza di lettura unica che unisce sapere scientifico e sapere umanistico, rigore e divertimento, racconto e fascinazione, lasciando il lettore pieno di sincera, rinnovata meraviglia.