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Il libro
Questa non è fiction. È realtà. La realtà del lavoro oggi. La parte non protetta, debole, insicura. Una faccenda che riguarda tutti. Un libro composto di interviste affilate come lame a giovani e non piú giovani, cui si affianca ogni volta il commento e racconto di Aldo Nove sul sogno perduto di una generazione di adulti costretti a forza a rimanere bambini.
Persone vere, mai raccontate però. Chi lavora in agenzie web, chi fa il pastore precario, chi vive flessibilità di ogni genere, chi rimane stagista a vita, chi a vent’anni fa un lavoro «di relazioni e di successo», chi lavora in uno studio da avvocato ma si mantiene facendo il cameriere, chi fa il part-time in un museo. Lavoratori per Internet, lavoratori interinali… E «quarantenni narcotizzati da una quotidianità sovrastante», per i quali è sempre piú difficile permettersi di fare figli. Aldo Nove usa qui la scrittura per mettere a nudo la realtà, nel modo piú semplice e senza fronzoli. Affiancando ogni volta alle «cose viste» il suo racconto-commento, sommesso e radicale. Un’inchiesta coraggiosa e fuori dal coro, una lettura che davvero toglie il fiato.
Un docudrama italiano, un reportage aspro delicato e struggente. I conti definitivi con i sogni, le autoillusioni, le idee, le sconfitte e l’orgoglio della generazione di cui, con questo libro, Aldo Nove diventa l’autentico portavoce.
Roberta: quando insegnare diventa un lusso.
Alessandra: il mestiere di grafico pubblicitario dopo gli anni Ottanta.
Domenico: si può essere pastori con partita Iva?
Riccardo: i lavoratori della televisione, oggi: «manovalanza intellettuale riciclabile come plastica».
Angelo e Armando: «classe operaia» e “globalizzazione”: funziona?
Leonardo: Dotcom e «feudalesimo di ritorno»: cronaca di un disastro annunciato.
Cilia: un primo scontro frontale con le agenzie interinali.
Marco: un secondo scontro frontale con le agenzie interinali.
Maria: la figlia orfana della «grande bolla».
Storia di Fabio: un «antagonista» del XXI secolo.
Maria Giovanna: il corpo come merce, storia molto antica ma sempre attuale.
Edoardo: scuola contro Pepsi-Cola.
Luigi: Marco Biagi, chi era costui?
Carlo: «Mi chiamo Carlo, sono di Caltagirone, mi rompo il culo a lavorare diciotto ore al giorno, ma c’è gente che anche volendo non può farlo, perché lavoro non ce n’è»…