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Memoria del vuoto
Il libro
La storia inizia il 20 gennaio del 1902, sotto una luna piena chiara e fredda. Un semplice torto – un sorso d’acqua negato a lui e suo padre – e Samuele Stocchino, che non ha nemmeno sette anni, si trova davanti al suo destino, segnato dalla «solitudine, la morte degli affetti, il ringhio della vendetta». A soli sedici anni, mentendo sull’età, Samuele si arruola per la campagna di Libia dove impara ad uccidere. A ventun anni è richiamato per la Grande Guerra dove rischia piú volte di morire e sempre resuscita, con ferocia. Quando rientra ad Arzana da eroe pluridecorato, scopre che durante la sua assenza è stato derubato di tutti i suoi averi. Come un ritorno all’infanzia il suo dolore muto è pronto ad esplodere fino al 20 gennaio del 1920, la notte dell’eccidio, quando ancora una luna piena maledetta sussurra sventure. Braccato, temuto, imprendibile, nel lungo periodo della latitanza l’eroe Samuele Stocchino diventa «la tigre d’Ogliastra», una figura epica in bilico tra l’agiografia popolare e la mitologia del banditismo: il terrore dei possidenti che non vogliono abbassare il capo, il latitante su cui, per volontà del Duce, pende la taglia piú alta mai fissata per un ricercato.