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L’importanza dei luoghi comuni
I luoghi comuni sono il centro del nostro mondo: le frasi e gli spazi
condivisi. Perché «dentro queste case che siamo, resta il peso
di ciò che abbiamo detto ma anche di ciò che non abbiamo osato
dire. Le parole di troppo e quelle mai pronunciate...»
Lo sanno bene Alessandra e Marinella, gemelle diversissime,
quando si ritrovano, dopo tanti anni, nella casa del padre che le
ha abbandonate da piccole. E appena aprono quella porta, appena
muovono i primi passi in quelle poche stanze deserte, danno
inizio a una guerra di parole in un grandioso crescendo di dolcezza
e crudeltà.
Un libro pieno d'intelligenza, in cui ogni frase ha un peso e ogni
colpo di scena un senso profondo su cui non si smette d'interrogarsi
fino alla fine.
Il libro
«Le donne si fissano giocando al massacro silenzioso di stare a vedere chi per prima abbassa gli occhi».
Esiste un punto, «certo difficile da trovare, ma che vale la pena cercare», in cui convergono le ipotesi piú inconciliabili. È lí che – secondo quella che la fisica teorica chiama «teoria generale del Tutto» – risiederebbe la spiegazione dell’universo.
Per Alessandra e Marinella, gemelle di quarantotto anni cui cui la vita ha riservato strade molto diverse, quel luogo è la casa del padre che le ha abbandonate quando ne avevano otto. Ora che è morto si ritrovano entrambe lí, tra quelle pareti che lasciano filtrare ricordi e rancori, e che a tratti sembrano contenere un mondo ben piú vasto. Per le sorelle quella vicinanza forzata si rivelerà una tortura con il sorriso sulle labbra, una resa dei conti dagli esiti davvero imprevedibili.
Due ritratti di donne memorabili che, nel corso della lotta senza quartiere che è il cuore della storia, trascineranno il lettore giú, sempre piú giú, fino al buco nero in cui, forse, si trova la spiegazione di tutto.
Un racconto intimo, estremo, comico e tragico, perché sempre – proprio sempre – attento alla vita. E per seguirla in tutti i suoi rivoli, alterna parti al presente, di pura azione, e parti al passato, che sono la nicchia che sa scavarsi il pensiero a modo suo. In quella nicchia una specie di coro greco umanissimo e infragilito commenta la storia, entra nella testa dei personaggi usando le parole di chi sa tutto e non sa niente: la voce traballa, è fallibile, emozionata, compromessa, e per questo tanto piú capace di restituire la complessità delle vicende umane e la contradditorietà degli individui.