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L’impagliatore
Dolente e visionario, un romanzo che ci trasporta nella mente di un assassino, là dove le ferite profonde trasmutano senza scosse nel crimine piú efferato, e il mistero del dolore che si riceve e si dà diventa, semplicemente, un enigma inciso nella carne delle vittime.
Il libro
Il tempo, per l’Impagliatore, è imprigionato negli occhi di una bambola, o di un animale morto. O delle vittime che comincia a uccidere. Sarà l’ispettore Amaldi a doverlo fermare, se riuscirà a capire che cosa c’è veramente in gioco, oltre l’orrore.
«Sai perché sorride?» disse puntando la torcia elettrica sul cadavere. «Ami da pesca», continuò. «Due ami da pesca agli angoli della bocca, un po’ di filo di nylon, si tira e si fa un fiocchetto sopra la testa. Semplice vero?» In una città che sembra dissolversi sotto il peso di montagne di rifiuti, mentre pulsioni oscure vengono in superficie, e una bella studentessa è perseguitata da un maniaco, strani omicidi iniziano a evocare un progetto demente e mostruoso. La chiave, forse, se c’è n’è una, sta nel passato sepolto della città. E di un bambino molto, molto speciale. Che somiglia terribilmente a ciascuno di noi.