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Lettera di dimissioni
Il libro
Da dove si comincia a raccontare la propria storia? Un inizio Clelia lo ha trovato lontanissimo nel tempo, è il 1914 e la nonna Franca arriva a Napoli dalla Russia, e lí resta. Da quel punto sull’asse del tempo Clelia dispiega una dopo l’altra le fortune e le sfortune della famiglia che conosce e di quella che non c’è piú, cercando nelle foto e nei racconti tramandati una verità da far combaciare alla vita di oggi. Oggi, Clelia è una donna che si nutre del successo e della stima di chi, fino a qualche tempo fa, lei stessa disprezzava, e che pare essersi assuefatta «al male minore». Se ne accorge all’improvviso, e quasi non ci crede. Dov’è finita la passione che la faceva innamorare di tutto, dov’è finito l’amore per Gianni?
È solo raccontando – a se stessa, prima di tutto – il proprio passato, che Clelia potrà trovare il punto in cui qualcosa si è rotto, comprendere che «le cose non si compiono all’improvviso, ma all’improvviso le vedi nel loro intero».
***
«Con quella lingua che sa di mare e di Napoli e di Ortese, che punge come una medusa, taglia come l’eco di un’invettiva di Pasolini e poi torna morbida di parole domestiche, di madre e di cucina, Parrella racconta la storia di Clelia: che è la sua e quella di tutti, è la storia dell’Italia com’è diventata, è il ritratto politico e morale di un Paese che non si può smettere di amare ma dal quale ci si deve difendere. È il romanzo del tempo di mezzo, questo. Il libro che racconta dove non potevamo piú stare quando non sapevamo ancora dove andare».
Concita De Gregorio, «la Repubblica»