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L’estate torbida
Una storia avvincente e scomoda nell'Italia ambigua del dopoguerra.
«Dopo il primo romanzo che ho scritto, Carta bianca, mi sono chiesto dove andava il commissario De Luca, cosa faceva da quel momento in poi, perché sí, certo, l'assassino lo aveva scoperto, il giallo era chiuso, ma la vita, con i suoi conti da regolare, andava avanti e io volevo saperne di piú».
Carlo Lucarelli
Il libro
Nella campagna romagnola si consuma un delitto selvaggio e crudele. Troppo selvaggio e troppo crudele perfino per quel periodo dell’immediato dopoguerra, nel corso della prima estate senza fascismo, che non dovrebbe essere cosí torbida, e invece lo è. Allora per risolvere questo caso efferato il commissario De Luca può tornare utile al brigadiere Leonardi, che ricorda di averlo incontrato durante l’altra sua vita, quando era «il miglior poliziotto d’Italia», mentre ora il suo nome è finito nella lista dei criminali fascisti e i partigiani vogliono fargli la pelle. Leonardi potrebbe denunciare De Luca, invece lo costringe ad aiutarlo nelle indagini: ha bisogno della sua bravura e della sua conoscenza di un passato ancora vivo per trovare lo spietato assassino che ha ucciso a bastonate un’intera famiglia.