Giulio Einaudi editore

L’arte di una vita inutile

Copertina del libro L’arte di una vita inutile di Alfio Caruso
L’arte di una vita inutile
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Al Paradise si va per gustare piatti speciali, per ascoltare il pianista che si è esibito nei più famosi locali d'oltreoceano, e per incontrare la gente che conta. Perché Taormina è culla del cinema e degli amori illeciti, città tumultuosa e vorace come l'Italia del dopoguerra, tesa ad assaporare un pezzetto del sogno americano.
Un romanzo agrodolce e trascinante: la storia straordinaria di un uomo che ha creduto di poter vivere al riparo di un pianoforte.

2010
eBook
pp. 378
€ 6,99
ISBN 9788858403594

Il libro

«La mia Delahaye appariva piovuta da Marte, a ogni sosta si formavano crocicchi di adulti e bambini con la bocca aperta. Il ritorno dall’America cominciava a piacermi; godevo che mi giudicassero di un altro mondo, uno con i dollari, uno che aveva avuto successo». Con il suo macchinone Willy Melodia attraversa campagne – da Napoli a Catania – «che non si sono messe in pari con le stagioni»: è l’Italia del dopoguerra, in cui la gente ha imparato a trattenere l’anima con i denti, ma procede di fretta per non perdere l’appuntamento con un domani migliore. Per questo l’idea di aprire un ristorante a Taormina, sul modello dei locali americani in cui Willy ha suonato il piano per quindici anni, si rivela vincente. La fama del Paradise, della sua cucina originale, del suo pianista d’eccezione, supera ben presto lo Stretto, e con l’inaugurazione del festival del cinema diventa il ritrovo delle star, da Marlene Dietrich ad Ava Gardner, da Rock Hudson a Orson Welles. Ma il passato ci precede. In America, infatti, Willy ha lasciato i suoi due figli, Sal e Sarah, uno all’oscuro dell’esistenza dell’altra, e deve continuamente fare i conti con i sensi di colpa di un padre per corrispondenza. In Italia, poi, è rientrato per volere di Charles «Lucky» Luciano, che continua a manovrare la sua esistenza, ad esempio facendolo correre a Mussomeli a controllare lo svolgimento delle elezioni politiche del ’48; o catapultandolo a tavola con Salvatore Giuliano, il bandito più ricercato d’Italia. E così sulla sua recita da uomo delle stelle, che ogni sera può scegliere fior da fiore tra le donne che gli si radunano attorno, si abbassa continuamente il sipario. Perché a volte «non esiste maledizione peggiore di un sogno che si avvera».

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