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L’animale femmina
Le contraddizioni delle donne, ma anche le fragilità degli uomini in un'educazione sentimentale che ribalta le dinamiche di potere, rivelando quanto siamo inermi, tutti, di fronte a chi amiamo.
«Uno spiazzante gioco senza sesso che dà voce alla forza carsica del femminile».
La giuria del Premio Calvino
«Un romanzo sofisticato. Un'autrice sapiente che sa raccontare quel che accade oggi con tutta la drammaticità di un presente senza filtri».
«la Repubblica»
Il libro
Rosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l’ha penalizzata con gli esami e l’unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere piú soldi e tempo per l’università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.