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L’amore, la sfida, il destino
Questo è un libro gremito di personaggi: il nonno con la barba di Mosè e gli occhi imperativi, Tristano e Isotta, una donna luminosa come il cristallo che piange in un bar, Narciso innamorato. Personaggi reali, letterari o mitologici, ma sempre alle prese con istinti, passioni, trasgressione, fatalità. È raccontando di loro che Eugenio Scalfari compone il capitolo forse piú narrativo e appassionato della sua lunga ricerca attorno al senso dell'esperienza, e dunque della vita. Perché tutti noi compiamo un viaggio, ma solo alcune persone affrontano quel viaggio con la giusta consapevolezza: sono le anime pellegrine.
Il libro
«La storia di una vita bisognerebbe raccontarla al contrario».
Al tavolo dove si gioca la nostra sorte, siedono Eros, signore dei desideri; Narciso, simbolo dell’amore che ciascuno ha per se stesso; il Destino, la fatalità contro cui niente possiamo; Edipo, la trasgressione. E infine la Morte, al nostro fianco da sempre, anche se non sappiamo quando e come verrà. Concludendo un percorso cominciato nel 1994 con Incontro con Io e proseguito fino a L’uomo che non credeva in Dio, Per l’alto mare aperto e Scuote l’anima mia Eros, Eugenio Scalfari mette ora al centro della sua riflessione la partita della vita, e le regole complesse con cui si alternano al gioco gli istinti, i sentimenti, la coscienza ragionante, la nostra identità. I momenti autobiografici, le narrazioni, gli incontri, i ricordi, sono sempre sorretti da un’inesauribile tensione intellettuale e filosofica ma capaci di aprirsi, ora piú che mai, anche alle passioni e agli slanci, persino alla malinconia. L’amore, la sfida, il destino è un viaggio dentro e fuori di noi, alla scoperta del sé e dell’altro, guidati da un Io che è l’unico possibile testimone diretto dell’esperienza.