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La compagnia dell’acqua
Nei sotterranei di Milano si nasconde una folla di reietti un po' buffi e un po' inquietanti: allevano lucciole e coltivano giraluna, ma soprattutto custodiscono un segreto che cambierà la vita di un ragazzo per sempre.
Il libro
Giacomo Papi inventa una metropoli stramba eppure credibilissima, una Terra rimossa, per raccontarci la paura come scoperta del mondo.
Otto ha undici anni e vive nel terrore che possa succedergli qualcosa di brutto: si è inventato una serie di gesti scaramantici, per i quali spesso i compagni di scuola lo prendono in giro. Un giorno, per scherzo, lo buttano in un tombino. Rischia di annegare, ma qualcuno lo salva. Nei canali sepolti di Milano abita infatti una comunità di persone escluse dalla vita in superficie perché inadatte o squinternate. Sono la compagnia dell’acqua, puliscono i fiumi e tengono a bada il lago nero della Malamorte, alimentato dai rifiuti e ribollente di gas. A volte la Malamorte si risveglia: è quello che sta accadendo. Da qualche tempo i suoi miasmi agitano anche la gente di sopra, che è sempre piú spaventata e violenta. Mentre il vecchio capo dei custodi cerca un sistema per ristabilire la normalità, c’è chi progetta di sfruttare il caos per tornare alla luce. Otto sa che il male deve restare nascosto, perché vederlo fa paura. Quel che ancora non sa è che affrontare la paura è l’unico modo per crescere.
– Noi siamo i custodi del male, ragazzo.
– I custodi di che?
– Di quello che viene scartato.
– Tipo?
– Tipo tutto quanto: il cinema Orfeo, il cibo buttato, le cose abbandonate, i rifiuti dei corpi.
– Ma perché tenete nascosto chi siete?
Gli occhi del vecchio cambiarono colore:
– Perché se si sapesse come nasce la paura, nessuno si sforzerebbe di avere coraggio.