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Il signor Leprotti è sensibile
Il libro
Il signor Leprotti, “che è sensibile e vive tuttora”, è un pachiderma della psiche, un ruminante dell’esistenza. Figlio di un gommista malinconico che ha abbandonato il tetto coniugale, vive in perfetta comunione di sentimenti con la mAdre. I due, fra cucinotto e tinello, si dedicano ad una elaborata arte del “non far niente”. Dai progetti di suicidio alla trasformazione in saponette del corpo massiccio di Baracchi Settimo, “lettore di acqua e gas”, tutto viene analizzato e sviscerato dai Leprotti con cura maniacale, ma il grande dispendio analitico esaurisce ogni volta le loro forze sulle soglie dell’atto.Leprotti figlio osserva la confusione della città, la temibile organizzazione dei marocchini ai semafori, l’incubo della propria infanzia attraverso due fori praticati nel giornale, che diventa una maschera da clown triste della metropoli. In fondo, Leprotti, nel suo essere di Leprotti, come scriverebbe l’autore, non è altro che un’esistenza, non assurda o inutile, ma altamente ipotetica e il sorriso che suscita nel lettore la sequenza delle sue avventure mancate è solo una delle maschere di un quotidiano, fatale disagio.