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I conti con l’oste
Tommaso Melilli se n'era andato dall'Italia quando aveva vent'anni: a tutto pensava tranne che sarebbe diventato chef a Parigi. Ma dopo dieci anni capisce che certi conti, quelli con l'oste o quelli con le proprie radici, non si possono rimandare e decide di tornare «al paese delle tovaglie a quadretti».
Il libro
I conti con l’oste è un libro unico, e come tutti i libri unici contiene tante cose: è il racconto delle cucine e di chi ci lavora dentro. Uno spaccato, senza peli sulla lingua, di un ambiente nascosto al pubblico e dei suoi segreti. È l’inaspettata autobiografia di una nazione. Ma è anche il romanzo di formazione di un giovane uomo che scopre che per capire chi sei veramente, a volte, devi ritornare a casa.
Ci sono esistenze che sembrano sempre danzare intorno a un «ma», intorno a svolte improvvise che ribaltano tutto. Ad esempio quella di Tommaso Melilli: era andato a Parigi per studiare letteratura ma qualche anno dopo si ritrova chef di un ristorante; credeva fosse un lavoro tranquillo ma poi viene travolto da ritmi forsennati e locali in fiamme; pensava di essersi lasciato tutto alle spalle ma alla fine capisce che solo se sai da dove vieni puoi capire chi sei. Decide allora di fare l’unica cosa che sente giusta: tornare in Italia e raccontarla da un punto di vista particolare, unico e imprevedibile. Quello della cucina delle trattorie e di chi ci lavora. I conti con l’oste è un viaggio nell’Italia di oggi e nelle sue contraddizioni, osservata dalle cucine delle sue nuove osterie. Sono luoghi segreti, spesso inaccessibili, che Tommaso Melilli ci racconta dall’interno. Cuoco e scrittore, Melilli ha girato il paese, visitando alcune delle osterie piú interessanti in circolazione: è entrato nelle cucine e vi ha lavorato qualche settimana, mescolandosi alla brigata, entrando in intimità con lo chef, inseguendo le materie prime, scoprendo le storie dei territori e i segreti dei piatti. Ne viene fuori un libro dirompente: è il racconto di un ambiente chiuso, sospeso tra il militare e il creativo, che però è anche un luogo di sperimentazione, scoperte, libertà.Gli chef che Melilli incontra si stagliano sulla pagina con la profondità di personaggi letterari, la ricchezza di storie personali che si intrecciano fa de I conti con l’oste un’inaspettata autobiografia di una nazione. Ma soprattutto Melilli rende tutto ciò avvincente come un grande romanzo di formazione: il suo sguardo inquieto e il suo gusto per la narrazione fanno sí che, come in un libro di Joan Didion o di Anthony Bourdain, il pezzo di mondo di cui scrive si allarghi fino a contenerci tutti. Le osterie sono luoghi di memoria e racconto, esperienza e avventura. A lungo dimenticate, a scapito di stellati e cooking shows, oggi sono il posto dove accadono le cose. E dove può capitare di scoprire chi siamo destinati a essere.