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Donne col rossetto nero
Nella Genova dei primi anni Cinquanta, porto di traffici leciti e illeciti, la crudeltà esplode seguendo le vie piú tortuose. Tocca al colonnello dei carabinieri Enrico Anglesio orientarsi nel labirinto degli interessi criminali e nelle stanze oscure della mente umana.
Il libro
Tre giovani donne vengono trovate senza vita. Ogni volta il referto del medico legale parla di arresto cardiaco, eppure qualcosa non torna: tutte hanno il viso pesantemente truccato e presentano segni di legature sui polsi. Anglesio si lascia coinvolgere dalla vicenda piú di quanto avrebbe mai immaginato, e comincia a investigare sul caso in modo frenetico, quasi si trattasse di una questione personale, fino a compromettere la propria vita privata e affettiva. E a poco a poco, con difficoltà, davanti ai suoi occhi emerge una realtà miserabile e perversa, che lo porta a spingersi oltre i limiti della legge.
«Il viso era coperto da una pesante patina di cipria scura in contrasto col bianco latteo del collo. Gli occhi erano orlati da strati e strati di ombretto di vari colori, viola, nero, blu scuro, fino a una lunga striscia rossa che, superate le sopracciglia, arrivava ad attraversare la fronte. Anche le labbra erano truccate. Nero, un rossetto nero. Una maschera, non un volto».