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Dieci prove di fantasia
Dopo sessant'anni spesi a occuparsi di testi letterari, Cesare Segre si è deciso a passare dall'altra parte del campo. Ma la formula che ha inventato gli permette di non abbandonare del tutto gli autori e i libri dei suoi studi. Anzi si può dire che queste dieci narrazioni siano un altro modo, attraverso la fiction, di fare critica letteraria. I racconti di Segre sono monologhi o interviste impossibili nei quali i personaggi di libri famosi, dalla Chanson de Roland a Madame Bovary, spiegano come sono veramente andate le cose, dal loro punto di vista, anche contro i loro autori. Oppure scrittori come Machado e Pavese diventano personaggi per raccontare gli episodi cruciali delle loro vite come non era mai stato fatto. Più che storie controfattuali, sono possibilità alternative. Un gioco per il divertimento dei lettori, ma forse anche un grimaldello per capire più in profondità il mondo della letteratura.
Il libro
Gano di Maganza ci descrive il caratteraccio e la stupidità di Rolando e spiega con chiarezza perché non è vero che lui sia stato un traditore.
Isotta ci svela tutti i trucchi coi quali lei e Tristano riuscivano a gabbare quel babbeo di re Marco.
Marie Le Jars de Gournay, figlia adottiva di Montaigne e curatrice dei Saggi dopo la morte dello scrittore, nega ambiguamente di aver interpolato il testo originale con cose sue.
E poi ancora le storie d’amore del trovatore Guillem de Cabestanh e una nobildonna provenzale, di Sordello da Goito e Cunizza da Romano, di Vittorio Alfieri e Penelope Pitt (con tanto di duello col marito di lei), di Antonio Machado e Pilar Valderrama, diventata la fantomatica Guiomar nelle sue poesie.
Segre scrive questi racconti con un¿ampia gamma di voci: eroica, comica, ironica, drammatica, reticente. Per ogni personaggio inventa una parlata. Ogni storia è l’occasione per mettere a punto uno stile diverso. Invenzione e scrittura vanno così di pari passo, mettendo a fuoco in maniera indelebile personaggi e situazioni.
Il risultato è un libro inaspettato: un «esordio» letterario di un autore che passa alla fiction dopo anni di critica e di filologia. E che è riuscito a trasferire nella pagina scritta non solo le competenze e le tecniche studiate negli anni, ma soprattutto l¿amore per la letteratura e il gusto per una scrittura che sappia svelare, alludere, sorprendere e divertire.