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Delitti senza castigo
Il libro
Bologna, anni Novanta. Una serie di crimini si sussegue a un ritmo inspiegabile, tanto che Sarti Antonio non riconosce piú la sua città. Quando Settepaltò, chiamato cosí perché indossa un numero spropositato di cappotti l’uno sopra l’altro, viene massacrato di botte, il questurino decide di non archiviare il caso. Che senso ha picchiare a sangue un poveraccio che vive di stenti e non ha mai dato fastidio a nessuno? Forse rovinava l’estetica dei portici, o forse ha fatto o visto qualcosa che non doveva? Le ricerche spingono il sergente prima sui colli, a villa Rosantico – la cui soffitta Settepaltò ha da poco sgomberato – dove la bella Elena regala sorrisi enigmatici; poi addirittura lontano da Bologna, fino in Calabria: è la sua prima indagine «fuori casa». Testardo come pochi, Sarti Antonio arriverà a scoprire un terribile delitto, una verità che mai avrebbe immaginato.
«La fortuna di Bologna è che nessuno si prende la briga di scavare nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro. Nessuno, o quasi, va a rimescolare nei suoi rifiuti. Sarti Antonio, sergente, per il suo mestiere e controvoglia, è costretto a farlo».