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L’amore filosofo
«I pensatori del passato hanno dedicato buona parte delle proprie energie intellettuali a parlare di sentimenti, passioni, emozioni o affetti, per citare solo alcune delle voci cui è stato ricondotto, in un modo o nell'altro, l'amore. Cosí facendo hanno conferito senza dubbio all'argomento un'importanza filosofica; tuttavia, non è chiaro quanta ne avrebbe meritata. Perché l'amore è molto di piú di un argomento filosofico all'altezza delle questioni piú importanti: in fondo, in poche parole, è ciò che rende possibile la filosofia stessa. [...] Dal fatto che l'amore sia condizione di possibilità del pensare stesso si deduce che lo sia anche di chi pensa, ovvero della sua esistenza. [...] Esisterebbe, pertanto, un senso piú vasto in cui sarebbe del tutto legittimo introdurre una correzione ai classici termini del cogito cartesiano, riformulandolo come amo, dunque sono. Io amo prima di essere, perché sono solo in quanto sperimento l'amore. L'amore mi costituisce e, ancor di piú, mi costituisce in quanto essere umano. In fondo, questa affermazione si limita a completare la tesi pluralista proposta in precedenza: non è soltanto la meraviglia a dare origine al pensiero, e non è la ragione, il logos, a definire in esclusiva l'essere umano».
Il libro
L’idea dell’amore, presente nel discorso filosofico fin dalle origini, si è evoluta adattandosi ai contesti storici e sociali, assumendo diverse forme e funzioni, senza perdere mai il proprio ruolo di primo piano nella sfera dei condizionamenti culturali. Ma come si legano queste forme dell’idea dell’amore all’esperienza amorosa? Come hanno amato i filosofi che riflettono sull’amore? Manuel Cruz ricostruisce le vicende esistenziali di alcune grandi figure della storia del pensiero, di cui è noto non solo l’interesse verso l’amore in quanto tema, ma anche il coinvolgimento personale nelle relazioni amorose. L’amore è percepito come l’esperienza universale per eccellenza. Pur declinandosi in modi molto diversi, alcune sue caratteristiche sono, per cosí dire, «costitutive»: le esperienze del desiderio, dell’innamoramento e della passione rivelano, in tutte le epoche, la stessa forza dirompente, totalizzante, irrazionale. Ma, al contempo, portano in sé i semi dell’evanescenza e dell’ambiguità. Il che rende complesso parlarne, scriverne, spiegare. Proprio per questo risulta particolarmente prezioso l’apporto dei «pensatori di professione» presentati in questo libro. Secondo la prospettiva di Cruz, l’idea che abbiamo oggi dell’amore contiene dunque non solo il pensiero, ma il vissuto di chi ci ha preceduto: è la somma dell’amore come fonte di energia, pensato da Platone; del senso di colpa di cui soffriva sant’Agostino; della passione erotica esemplificata da Abelardo ed Eloisa; dell’amore come necessità, presupposto da Spinoza; dell’amore come impossibilità, vissuto da Nietzsche; degli esperimenti di Sartre e Simone de Beauvoir; della fusione appassionata conosciuta da Hannah Arendt; dell’amore come risultato di pratiche sociali, messo in luce da Foucault. Manuel Cruz dà conto di questa complessa eredità arrivando, in conclusione, a denunciare le contraddizioni e le lacerazioni che caratterizzano il sentimento amoroso nel mondo di oggi, cosí saturo di parole sull’amore.