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Il mondo come volontà e rappresentazione
A pochi pensatori si addice come a Schopenhauer l'appellativo di «inattuale», se è vero che il nostro tempo è segnato piú che da ogni altra cosa dalla volontà di dominio e dalla moltiplicazione spesso fittizia e sempre ansiogena dei bisogni.
Il libro
Il mondo come volontà e rappresentazione – capolavoro indiscusso di Schopenhauer – ci dice che il mondo che abitiamo e al quale ci appoggiamo quando vogliamo restare, come si dice, con i piedi per terra, altro non è che la superficie onirica di un magma che si agita nel sottosuolo, il rendersi visibile di un’anima sotterranea – la volontà – che ci destina alla sofferenza e alla morte. È possibile sottrarsi a questo destino e redimere il mondo e l’esistenza dalla dipendenza dalla volontà di vivere? Ecco la domanda che fa da filo conduttore a quest’opera capitale, che ha influito in modo determinante sulla cultura contemporanea (dalla filosofia alla psicoanalisi, dalla letteratura alla musica) disegnando una nuova geografia dell’essere che consenta a ciascuno di vivere pienamente il proprio presente.