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Critica della facoltà di giudizio
In una nuova traduzione e con il titolo filologicamente piú aderente all'originaIe, il punto di riferimento fondamentale della filosofia dell'arte moderna.
Il libro
Accanto alla Critica della ragion pura e alla Critica della ragion pratica, la Critica del giudizio è il terzo capolavoro di lmmanuel Kant e il completamento del grandioso monumento teoretico del filosofo. Nell’opera, che godette di uno straordinario successo a partire dalla stagione del romanticismo tedesco, Kant si propone di fornire una vera e propria «critica del gusto», cioè un esame della nostra capacità di giudizio estetico. Secondo il filosofo tedesco, i giudizi di gusto non contribuiscono minimamente alla conoscenza delle cose, e tuttavia istituiscono una relazione immediata tra sentimento del piacere-dispiacere e facoltà conoscitiva: quando diciamo che qualcosa «è bello», non intendiamo soltanto che questo qualcosa ci piace, ma presupponiamo l’esistenza di un’umanità capace di concordare con questo giudizio. Dopo l’Estetica di Hegel e i Frammenti di estetica di Schlegel, la pubblicazione della Critica della facoltà di giudizio, nell’innovativa traduzione e cura di Emilio Garroni e Hansmichael Hohenegger, si inscrive in un piano di pubblicazione nella «Biblioteca Einaudi» di alcuni fondamentali momenti della filosofia classica, moderna e contemporanea.