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Strada a senso unico. Scritti 1926-1927
Nato dal desiderio di raccogliere in un «libriccino per gli amici» «aforismi, scherzi e sogni» e pubblicato nel 1928, Strada a senso unico si presenta come un montaggio di microtesti dal sapore squisitamente surrealista. Autentico capolavoro della cosiddetta «forma breve», esso è concepito come un intreccio di riflessione filosofica, esperimento saggistico e figurazione onirica che si produce in spericolate «immagini di pensiero», ponendo il lettore di fronte a forme di riflessione che disintegrano i confini convenzionali tra produzione filosofica, letteraria e giornalistica.
Il libro
Sul piano contenutistico, la raccolta compone un mosaico di frammenti di vita della Germania weimariana e dell’attualità vorticosa della grande città, in un impegno a denunciare l’imperante reificazione sociale e a decifrare le catastrofi imminenti e future dietro le false sicurezze dei miti borghesi. Al tempo stesso il libretto accenna alle strategie di una critica radicale che appare sospesa fra distruzione e speranza. Strada a senso unico costituisce dunque un documento del nuovo «atteggiamento» determinatosi nella sua vita e nel suo pensiero intorno alla metà degli anni Venti, grazie al confronto con figure come Bloch, Lukács o Brecht e soprattutto in seguito alla tormentata esperienza sentimentale e umana con la regista lettone Asja Lacis.
Già nel ’28 Benjamin aveva previsto una serie di «aggiunte alla Strada a senso unico», costituite da varie «immagini di pensiero» e descrizioni di viaggi e di città, progetto che tuttavia non vide mai la luce. Per questo è parso opportuno integrare – nell’Appendice al presente volume – tali «aggiunte», che restituiscono al lettore italiano una parte quasi sconosciuta del suggestivo caleidoscopio costruito dal saggista berlinese.