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Scienza e filosofia
Questi saggi offrono non solo una sintesi omogenea e coerente di gran parte delle tesi popperiane, ma anche un tracciato della sua epistemologia; si pongono gran parte delle questioni che sarebbero diventate oggetto di riflessioni future e si indica il percorso da seguire per giungere ad una concezione sempre piú approfondita e critica di quegli stessi nuclei tematici.
Il libro
Iniziato nel 1935 con Logik der Forschung, il discorso di Popper verte sulla scienza piú come processo e dinamica che come struttura da fondare e giustificare univocamente, sulla scienza come attività che muove da problemi e cerca, per risolverli, di creare teorie sottoponibili a verifica: un tentativo di «spiegare il noto mediante l’ignoto». E un discorso tuttora vitale, sfociato in un confronto con le tesi di Habermas e della scuola di Francoforte che, da basi diverse, affrontano gli stessi problemi. Questi Cinque saggi (1956-67) trattano appunto degli scopi e delle responsabilità della scienza, dell’accrescimento del sapere scientifico e del processo di costruzione e verifica delle teorie. Lo scritto piú complesso contiene la critica all’«essenzialismo» (cosa è la gravità «in sé») e allo «strumentalismo» (formule che usano l’accelerazione di gravità descrivono esattamente i fenomeni) ed espone la tesi dell’autore secondo la quale le teorie sono congetture sottoponibili a severi controlli critici.