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La piega
Nuova edizione con una nuova traduzione e un saggio introduttivo di Davide Tarizzo.
Il libro
Consacrato a Leibniz, ma dedicato a esplorare i piú diversi aspetti della cultura barocca, dall’estetica alla metafisica, dall’architettura alla matematica, dalla pittura alla musica, questo saggio ormai classico di Deleuze cerca di definire, attraverso la metafora della «piega», il costituirsi dell’anima e dell’esperienza moderna. Se la piega è sempre esistita nell’arte, caratteristica del Barocco è quella di replicarla all’infinito. La filosofia di Leibniz è dunque una filosofia barocca per eccellenza, proprio perché in essa tutto si piega, si dispiega, si ripiega. Partendo dalla celebre tesi leibniziana dell’anima come monade,Deleuze giunge cosí a scoprire l’essenza del neobarocco moderno, seguendo la storia della piega infinita nel suo manifestarsi, «piega su piega», in tutte le espressioni artistiche: nella poesia di Mallarmé, nel romanzo di Proust, nell’opera di Michaux, nella musica di Boulez, nella pittura di Hantaï. L’infinito riprodursi delle pieghe, il loro incessante stratificarsi, produce composizioni visive, rapporti aritmetici, «accordi», che contribuiscono alla creazione di quella «nuova armonia» a cui la filosofia, come suggerisce Deleuze, non deve mancare di ispirarsi.