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Opere complete. V. Scritti 1932-1933
Il quinto volume della nuova edizione delle Opere complete di Walter Benjamin comprende gli scritti del 1932 e 1933, ossia dell'ultimo anno della Repubblica di Weimar e del primo della dittatura nazionalsocialista. Più chiaramente dei precedenti, essi ci mostrano l'autore come oggetto, se non già quasi come vittima della politica
Il libro
Nella vita di molti scrittori, artisti e intellettuali tedeschi il 1933 è l’anno dell’esilio. Walter Benjamin lasciò la Germania, per raggiungere Parigi e quindi Ibiza, a metà marzo, poco dopo l’avvento al potere dei nazionalsocialisti. Le sue condizioni economiche – da alcuni anni molto precarie – peggiorarono ancora: la stampa e la radio tedesche, sue principali fonti di sostentamento, non potevano e non volevano più valersi della collaborazione di un ebreo marxista. Risultò così se non del tutto interrotta (Benjamin continuò a pubblicare sotto pseudonimo), in ogni caso seriamente compromessa quella intensa e proficua militanza critica che per circa un decennio aveva caratterizzato la sua esistenza. Oltre alle recensioni, che come sempre riguardano gli argomenti più vari, sono schematicamente tre i campi di attività proposti da questo volume V delle Opere complete. I radiodrammi, fra cui Cosa leggevano i tedeschi mentre i loro classici scrivevano, Lichtenberg e Tanto chiasso per Arlecchino (destinato ai bambini), gli interventi specificamente filosofici – dove accanto ad alcuni saggi di taglio più tradizionale spiccano le Immagini di pensiero e l’Agesilaus Santander, un brano fondamentale dell’esoterismo benjaminiano – e infine le «indagini» personali che comprendono i resoconti di viaggio, gli esperimenti con l’hascisc e soprattutto le riflessioni sull’infanzia e sulla città natale. Con due opere in primo piano: la Cronaca berlinese, rimasta allo stato di frammento e finora inedita in Italia, e Infanzia berlinese intorno al millenovecento, che dalla Cronaca scaturì e di cui viene qui presentata la prima stesura (nella sua interezza a sua volta inedita, e assai diversa dalla versione nota al pubblico italiano [Einaudi 2001]). Un intenso lavoro svolto sullo sfondo del baratro aperto dall’esilio e immerso nell’atmosfera ormai «esiziale» di quei «luoghi che – come scrisse Adorno pensando proprio a Infanzia berlinese – sono sul punto di risvegliarsi. Su di essi cade lo sguardo del condannato, e come condannati Benjamin li esperisce».