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L’eresia di Spinoza
Interpretando le convinzioni radicali di Spinoza sull'immortalità dell'anima non solo come un portato dei suoi principî metafisici, ma anche come il culmine di un'intera tradizione filosofica e teologica, Nadler offre una lettura originale e profondamente innovativa di una delle figure piú affascinanti di tutto il pensiero occidentale.
Il libro
Al centro dell’Eresia di Spinoza c’è un mistero: perché all’età di ventiquattro anni il filosofo olandese venne cosí duramente bandito dalla comunità ebraica di Amsterdam? In questo «seguito filosofico» della sua fortunata biografia dedicata a Spinoza (Einaudi 2002), Steven Nadler, dopo aver valutato diverse possibili spiegazioni, rintraccia la causa del celebre interdetto nella negazione spinoziana dell’immortalità dell’anima. Ma dato che nella cultura ebraica non esisteva un dogma specifico al riguardo, il mistero non fa che infittirsi. Resta il fatto che, per una serie di ragioni religiose, storiche e politiche, ad Amsterdam nel 1650 era assai pericoloso sostenere una cosa simile. Dopo aver approfondito la natura e la funzione sociale del bando o cherem all’interno della comunità sefardita dell’epoca, e aver ricostruito l’insieme delle tradizioni religiose ebraiche relative al destino dell’anima post mortem, lo studioso americano esplora il ruolo fondamentale che tale problematica gioca entro tutto il sistema di pensiero spinoziano. Interpretando le convinzioni radicali di Spinoza sull’immortalità dell’anima non solo come un portato dei suoi principî metafisici, ma anche come il culmine di un’intera tradizione filosofica e teologica, Nadler offre una lettura originale e profondamente innovativa di una delle figure piú affascinanti di tutto il pensiero occidentale.