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Laozi
La versione critica più attendibile del Daodejing, il Classico della Via e della Virtù, finora noto come Tao-te Ching.
Il libro
Perché tanto interesse per un libro che supera appena le cinquemila parole? Ebbene, il Laozi (Vecchio Maestro), secondo solo alla Bibbia per numero di traduzioni, è una delle opere piú importanti prodotte dall’umanità, vantando quasi un migliaio di commentari e una letteratura critica sconfinata. La sua influenza in Cina, in Asia Orientale e in Occidente è stata, ed è ancor oggi, immensa. Nonostante la brevità, il Laozi ha svolto un ruolo di primissimo piano nello sviluppo del pensiero e della cultura cinesi ed è considerato da sempre il testo canonico del Daoismo. Noto ai piú come Daodejing (Classico della Via e della Virtú o Classico della Via e della sua Potenza), questa gemma assoluta della letteratura di tutti i tempi si libra in una lingua asciutta e parca, che tuttavia esplode con una potenza evocativa senza pari, fino ad accarezzare le profondità abissali dell’origine del cosmo e illuminare d’incanto l’arcano assoluto, il Dao, «la Via» (il principio eterno e ineffabile che regola l’intero cosmo e da cui traggono origine il mondo e le creature tutte), che si manifesta nel mondo nella forma di De, «Virtú» o «Potenza». Ma perché aggiungere un’ulteriore traduzione alle numerose già esistenti? Almeno per due motivi. Appare oggi chiaro come il Laozi appartenga a un genere letterario specifico, definibile poesia sapienziale daoista, e la presente traduzione rispetta finalmente il tono aulico e la struttura poetica che caratterizzano l’opera. Inoltre grazie a una serie di fortunati ritrovamenti archeologici, il Laozi si trova oggi al centro di una fervida attività di studio e di rilettura della sua genesi testuale e dottrinale. I codici manoscritti di Mawangdui (200 circa a. C.) e di Guodian (300 circa a. C.) riportati recentemente alla luce aprono nuove prospettive nello studio di questa opera, presentandoci il Laozi nella sua fase «embrionale», in una forma «fluida» e «viva», ben diversa da quella finora conosciuta. Ciò conferma che il Laozi, cosí come tramandato per oltre due millenni, rappresenta il risultato di un lungo processo d’elaborazione e sintesi che ebbe inizio nel IV, forse nel V secolo a. C., condotto da generazioni di cultori delle «tecniche del Dao». La presente traduzione è stata condotta tenendo conto di queste nuove, fondamentali acquisizioni.