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La letteratura vista da lontano
Una nuova idea della letteratura dall'autore dell'Atlante del romanzo europeo.
Il libro
In fitto dialogo fra parole e immagini, questo libro di Franco Moretti si propone di avvicinare la storia letteraria alle scienze umane, applicando allo studio della letteratura strumenti e modelli elaborati in altri ambiti di ricerca: i grafici della storia quantitativa, le mappe della geografia e gli alberi genealogici della teoria dell’evoluzione. Figura dopo figura, i grafici, le carte e gli alberi ci mettono letteralmente davanti agli occhi quanto sia sterminato, e ancora in gran parte inesplorato il campo letterario, e incoraggiano cosí un atteggiamento sperimentale nei suoi confronti: invece di lavorare su questioni di cui di fatto si sa già la risposta, affrontare problemi che non hanno (ancora) soluzione, e ragionarci su finché non se ne viene a capo. Un esempio per tutti è la reinterpretazione dello sviluppo della narrativa moderna contenuta nel primo capitolo del libro: avendo deciso di esaminare, non un esiguo numero di testi, come di solito accade, ma il sistema romanzesco nel suo insieme, si scopre l’esistenza di veri e propri «cicli letterari», sul cui sfondo la storia del romanzo assume tutt’altra periodizzazione e significato.
Gli esperimenti continuano nel secondo capitolo – dove le carte geografiche rivelano la profonda affinità tra la forma narrativa dell’idillio e la percezione spaziale del mondo rurale tradizionale – e nel terzo, dove gli alberi evolutivi ci fanno «vedere» una storia letteraria che procede, non solo “in avanti” nel tempo, ma anche, e forse soprattutto, «di lato», nel campo sconfinato delle tante forme possibili. Guardando alla letteratura come sistema, piuttosto che come canone fatto di pochi testi, La letteratura vista da lontano fa emergere dai materiali della ricerca una storia letteraria piú sorprendente e piú ricca, dove cadono le barriere fra alto e basso, capolavoro e archivio, best-sellers perduti e libri ormai classici. La novità del libro continua poi nell’intervento di Alberto Piazza che, raccogliendo gli spunti e le idee di Moretti, propone un inedito dialogo ravvicinato fra genetica e storia letteraria.
«Il titolo di questo breve libro merita qualche parola di spiegazione. Intanto, qui si parla di letteratura: l’oggetto rimane piú o meno quello di sempre, a differenza della recente virata del new historicism, e poi dei cultural studies, verso altri ambiti di discorso. Ma la letteratura viene poi “vista da lontano”, nel senso che il metodo di studio qui proposto sostituisce la lettura ravvicinata del testo (il close reading della tradizione di lingua inglese) con la riflessione su quegli oggetti artificiali cui si intitolano i tre capitoli che seguono: i grafici, le carte, e gli alberi. Oggetti diversi, ma che sono tutti il risultato di un processo di deliberata riduzione e astrazione – insomma: di un allontanamento – rispetto al testo nella sua concretezza. “Distant reading“, ho chiamato una volta, un po’ per scherzo e un po’ no, questo modo di lavorare: dove la distanza non è però un ostacolo alla conoscenza, bensí una sua forma specifica. La distanza fa vedere meno dettagli, vero: ma fa capire meglio i rapporti, i pattern, le forme».
FRANCO MORETTI
«Quel che segue è un tentativo di contribuire a una discussione trasversale rispetto a discipline diverse. Mi sorregge la convinzione che la scrittura letteraria può ergersi a sistema non vincolato dagli strumenti specifici che essa stessa ha creato ed è perciò in grado di metabolizzare metafore e ambiguità pertinenti a piú sistemi di conoscenza».
ALBERTO PIAZZA