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Mito e tragedia due
"Finzione, apparenza illusoria, immaginario; ma se si presta fede ad Aristotele, vi è, in questo gioco d'ombre che l'arte illusionistica del poeta fa vivere sulla scena, piú serietà e verità per il filosofo di quanta ne comportino i racconti della storia autentica... Se uno dei tratti rilevanti di Dioniso consiste, come pensiamo, nel confondere incessantemente i confini dell'illusione e del reale, nel far sorgere bruscamente l'altrove quaggiú sulla terra, nell'estraniarci da noi stessi e disorientarci, è proprio il volto del dio che ci sorride, enigmatico e ambiguo, in questo gioco dell'illusione teatrale che la tragedia, per la prima volta, instaura sulla scena greca".
Il libro
Rispetto a Mito e tragedia nell’antica Grecia, quest’indagine su singole tragedie, l Sette contro Tebe; l’Edipo a Colono e Le Baccanti, costituisce sicuramente una prosecuzione, oltre che un approfondimento, dell’esplorazione del campo piú specifico dei loro autori, «quello del V secolo tragico». Ma questo secondo volume comprende anche studi di carattere piú generale. Studi che «attraversano» le singole tragedie, incentrati come sono sul rapporto con Dioniso, il dio della tragedia. A volte oggetto della tragedia (Le Baccanti appunto), piú in generale egli ne è, in un certo senso, lo specchio: l’ambiguità che anima il discorso tragico, immagine della difficile integrazione di «vie sauvage» e «vie cultivée», di natura e cultura, prende la maschera del dio. Dioniso, dio della finzione e del discorso duplice, è all’origine di quella pluralità di significati che fonda la ricchezza della tragedia. Lo stratificarsi dei significati e la tradizione della loro ricerca costituisce di fatto il secondo motivo di novità di questo volume. Qui la ricerca si spinge «oltre» la tragedia classica e, dall’analisi della sua ricezione nella Vicenza classicista che inaugura il teatro Olimpico e nella Parigi dell’età dei Lumi, noi siamo condotti a capire «come si è formata la nostra propria lettura della tragedia antica», perché e come Dioniso riesce ancora a catturarci.