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Le parole e la giustizia
Il libro di Bice Mortara Garavelli s'interroga sui caratteri generali e sulle tendenze attuali del linguaggio giuridico, passando in rassegna particolarità lessicali, grammaticali, stilistiche e retoriche di testi legislativi, di atti processauli, di documenti prodotti dalla pubblica amministrazione, senza rinunciare a rilevarne improprietà, inutili complicazioni e incoerenze, né a richiamare l'attenzione sulle cautele da prendere nel semplificarne la stesura.
Il libro
Le parole e la giustizia: le prime richiamano gli oggetti e gli strumenti di un’analisi linguistica, la seconda gli argomenti giuridici. L’analisi coglie aspetti rilevanti della grammatica, del lessico, dell’organizzazione del discorso in testi legislativi, atti processuali e amministrativi. Vengono in luce, tra i caratteri stilistici, anche gli sprechi di tecnicismi, le improprietà e i garbugli compositivi: impronte e risultati dell’assuefazione all’uso di anticaglie che complicano e oscurano i modi di esprimersi. La loro denuncia va di pari passo con il richiamo alle cautele da prendere quando si interviene a semplificare la stesura di documenti giuridici. Bice Mortara Garavelli esamina con finezza una ricca serie di esempi tratti dalle varie classi di testi, puntando la lente sull’ordine delle parole e delle frasi, sulla punteggiatura, su tempi e modi verbali, su nessi discorsivi e costrutti sintattici tipologicamente caratterizzanti. L’arte retorica, o «della persuasione», occupa la scena nell’ultimo capitolo, dedicato a una delle manifestazioni qualificanti dell’oratoria forense: l’arringa. Gli esempi proposti, tratti da raccolte scritte, vengono ad aggiungersi al ricco corpus di testi preso in esame nei capitoli precedenti.