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Il ritratto dell’amante
Il libro
All’origine di questo libro c’é un racconto: “Sembra che il primo a fare della ‘plastica’, o scultura in creta, fosse stato Butade, un vasaio di Sicione che lavorava a Corinto. Accadde che sua figlia si fosse innamorata di un giovane: ma questi stava per recarsi lontano, e allora la ragazza tracciò sulla parete il profilo dell’amato, ricalcandolo sull’ombra proiettata dalla lucerna…Il padre Butade, visto il disegno sul muro, ne ricavò un modello in argilla, che fece seccare poi con altri oggetti in fittili e infine lasciò cuocere al forno… E questa fu l’origine della ‘plastica’. L’origine della cultura si intreccia, qui, con quella della pittura ed entrambe generano l’immagine inquietante del simulacro. In un saggio che si sviluppa a cerchi concentrici progressivamente più ampi e progressivi, Maurizio Bettini conduce il lettore attraverso le metamorfosi di un insieme di storie che hanno una caratteristica comune: i personaggi sono sempre costituiti da due amanti e da un ritratto. Da Butade a Laodamia a Admeto, dagli amori incredibili per le statue a Narciso, a Pigmalione e al Commendatore, dalla seduzione alla vendetta delle immagini, dalla rassomiglianza al doppio e all’automa, la storia del ritratto racconta coome la manipolazione delle immagini muova dall’esigenza poetica per cui l’amante deve sempre essere lontano e finisca con la sorpresa fantastica e inquietante delle figure della fantasia che, ormai indipendenti dal loro creatore, su di lui si curvano per prendersene cura.