-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Il dio elegante
Chi è il dio Vertumno? Semplicemente il mutare, l'incontenibile impulso delle cose a divenire altro da quel che erano. Nella sua giurisdizione, infatti, ricadono il cambiamento delle stagioni e la maturazione dei frutti, la pratica dell'innesto (vera e propria «trasformazione» di una specie vegetale in un'altra) e quella dello «scambiare» merci, il mutamento degli eventi e l'atto del cambiare idea. Soprattutto, però, Vertumno si distingue per una sua ineguagliabile virtú: la metamorfosi.
Il libro
Chi è il dio Vertumno? Semplicemente il mutare, l’incontenibile impulso delle cose a divenire altro da quel che erano. Nella sua giurisdizione, infatti, ricadono il cambiamento delle stagioni e la maturazione dei frutti, la pratica dell’innesto (vera e propria «trasformazione» di una specie vegetale in un’altra) e quella dello «scambiare» merci, il mutamento degli eventi e l’atto del cambiare idea. Soprattutto, però, Vertumno si distingue per una sua ineguagliabile virtú: la metamorfosi. Il dio può infatti assumere ogni e qualsiasi identità sociale, bella fanciulla o cittadino togato, soldato o mietitore, pescatore o acrobata, e lo fa salvaguardando sempre una qualità che di necessità vien meno a trasformisti e incostanti: l’eleganza. Esplorare le province in cui si esercitano i poteri di Vertumno – una cui statua «metamorfica» si ergeva a Roma nel Vicus Tuscus fino dalla piú remota antichità – offre a Maurizio Bettini l’opportunità di affrontare insieme alcuni temi cruciali nella definizione della divinità, non solo antica: prima di tutto la sua natura non personale, tanto che il suo nome può essere sia singolare che plurale, sia maschile che femminile; il carattere plurimo e distribuito della sua «identità», simile a una figura frattale, in cui la forma dei dettagli si riflette in quella dell’insieme; infine la natura e lo statuto delle immagini che la raffigurano.