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Del sentire
Il libro
Secondo l’autore, alla fine del Novecento si è affermato un nuovo tipo di potere: la sensologia. Essa impone un universo affettivo impersonale, caratterizzato da un’esperienza anonima e reificata, nella quale tutto si dà – per cosí dire – come già sentito. L’approfondimento di questa situazione di disagio non può prescindere da una rassegna dei modi in cui la facoltà di sentire è stata pensata dall’estetica moderna, dal Seicento al Novecento. Attraverso una rapida, ma incisiva esposizione delle idee di alcuni grandi pensatori come Cartesio, Gracián, Kant, Vico, Hegel e altri, vengono prese in esame varie forme di affettività: dalla passione, che fonda la sfera privata della soggettività, al trasporto, che lancia la persona in un’abbagliante mondanità; dal sentimento, che purifica l’individuo introducendolo in climi rarefatti e sublimi, alla sapienza poetica, che lo immerge in sensazioni corpose e primitive; dal pathos spirituale, che si esalta nel superamento morale di ogni sofferenza, al cuore, che lega il singolo a un destino irrevocabile; dalla pulsione di vita, che esprime un’interiorità collettiva, alla pulsione di forma, che mira a un’astratta eleganza e a uno stile essenziale. Nessuno di questi modi di sentire è tuttavia in grado di porsi come alternativo al mondo sensologico contemporaneo. È nel passato remoto dell’Occidente, l’antichità classica, che è radicata una possibilità di sentire radicalmente opposta al già sentito. Questa si rivela inseparabile dall’esperienza della filosofia, la quale è non solo in grado di soddisfare il desiderio di conoscenza e di costituire una guida per l’azione, ma altresí di aprire il cammino all’esplorazione dell’irrazionale, anche nelle forme patologiche in cui esso sovente si presenta oggi.