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Conflitti di lingue e di cultura
Il libro
La lingua come prodotto storico trasmesso da individuo a individuo e perpetuamente ricreato; i mutamenti, anche minimi, nell’uso del linguaggio come affermazione della libertà spirituale del soggetto parlante; la dialettica fra attività soggettiva del parlante e il sistema linguistico. Questi sono alcuni dei nuclei concettuali intorno ai quali Benvenuto Terracini, più di quarant’anni or sono, costruì questo volume, divenuto un classico della linguistica generale del dopoguerra.Diviso in tre parti, Conflitti di lingue e di cultura apre sul tema della morte di una lingua, determinata, secondo l’Autore, dalla mescolanza linguistica e dalla concorrenza fra lingue e culture diverse. Una lingua muore quando il parlante ha il sentimento di averla mutata, quando si verifica il fenomeno del bilinguismo.Il rapporto tra lingua e cultura è basilare anche per qualsiasi discorso sulla traduzione. Terracini lo approfondice a livello teorico nella parte finale del volume, dove ripercorre il pensiero di Vico, di Humboldt e dei maestri della linguistica storica e mette le basi per una storia della lingua letteraria e per l’indagine stilistica dei testi, di cui in Italia è stato pioniere.