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Centolettori
Una scheda di lettura editoriale è un genere letterario di difficile definizione e può prendere forme molto diverse a seconda di chi la scrive: è una recensione un po' piú informale del solito, un appunto di servizio, un testo creativo, un divertissement, uno sfogo... Ma in realtà non è che una veste piú professionale di un'abitudine molto naturale in tutti i lettori: parlare di un libro che si è letto a qualcuno che ancora non l'ha letto. Con entusiasmo, con precisione, con fastidio per la noia che si è provata. Una sola cosa non pertiene ai lettori non professionali, e cioè la valutazione editoriale, il suggerimento di pubblicare o non pubblicare quel libro. Valutazione che può contemplare una serie di parametri assai varia, da quelli ideologici a quelli commerciali, cercando di non dimenticare mai l'identità della casa editrice.
Il libro
In questo volume Tommaso Munari ha raccolto 194 schede scritte da cento fra i piú famosi lettori che l’Einaudi ha avuto nel corso degli anni. Dai «padri fondatori» come Pavese, Bobbio e Mila, agli scrittori «organici» alla casa editrice come Natalia Ginzburg, Vittorini, Calvino, Fruttero e Lucentini, Manganelli, ai grandi studiosi che frequentavano le riunioni del mercoledí, come De Martino, Cantimori, Musatti, Argan, Contini, Caffè, Ripellino, Jesi, Segre e tanti altri, senza dimenticare il mitico Bobi Bazlen che proprio nell’attività di suggeritore editoriale ha fatto convergere tutto il suo straordinario percorso intellettuale. Sotto l’occhio clinico di questi signori passano capolavori della narrativa e della saggistica, ma anche libri di autori poco noti. Adesso è facile dire qual era l’opera geniale e quale no, ma i giudizi qui raccolti sono in presa diretta. Si poteva sbagliare, qualche volta si è sbagliato. Ma poter leggere i commenti «a caldo» su Broch, Propp, Eliade, Bataille, Braudel, Duras, Adorno, Benjamin, fino a Mordecai Richler e Mo Yan, crediamo possa stimolare molta curiosità e dare una certa emozione. E anche un bel divertimento, soprattutto quando scendono in campo i lettori-scrittori, che sono i primi a divertirsi. Come Calvino che inventa una filastrocca su Purdy o Lucentini che, per stroncare un libro, scrive una scheda in forma di dialogo teatrale fra l’autore del libro in questione e un suo annoiatissimo lettore.