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Lettere
Novantuno lettere raccolte per la prima volta, dagli anni del liceo fino agli ultimi mesi di vita: una testimonianza che ci mette in contatto con la fascinosa e sfuggente personalità di Fenoglio, con il suo humour, con la sua etica austera e il suo assiduo lavoro di scrittore.
Il libro
Quello che Luca Bufano, con un paziente e appassionato lavoro durato alcuni anni, è riuscito a mettere insieme è un corpus di 91 lettere. Le più divertenti sono le lettere agli amici e alle amiche giovanili, nelle quali Fenoglio usa una lingua ricca e brillante, in cui è facile riconoscere il futuro scrittore. E poi ci sono le lettere, più compassate, agli editori, che saranno comunque utilissime agli studiosi per dirimere definitivamente le questioni filologiche e cronologiche della sua opera. Tra queste spiccano le 37 indirizzate a Calvino, un interlocutore che diventa subito «speciale», un amico prima ancora che un funzionario editoriale. Naturalmente non mancano, fra i destinatari, Giulio Einaudi e Livio Garzanti, e poi Gina Lagorio, Pietro Citati, Attilio Bertolucci e Gianfranco Bettetini, allora giovanissimo regista della Rai, col quale Fenoglio discute un progetto di film a cui lavorò negli ultimi due anni di vita. Infine, vengono riportati i commoventi biglietti che lo scrittore scriveva in ospedale ad amici e familiari quando non poteva più parlare e sapeva di avere pochissimo tempo davanti a sé.
Le note di Bufano sono sobrie ma permettono di chiarire molto bene le varie situazioni, e contengono, quando possibile e utile, le missive corrispondenti dell’interlocutore o altri materiali testuali a cui si fa riferimento nelle lettere.