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I verbali del mercoledì. 1953-1963
Giulio Einaudi, Franco Antonicelli, Giulio Carlo Argan, Felice Balbo, Luca Baranelli, Norberto Bobbio, Giulio Bollati, Paolo Boringhieri, Italo Calvino, Delio Cantimori, Sergio Caprioglio, Cesare Cases, Enrico Castelnuovo, Luciano Codignola, Guido Davico Bonino, Ernesto de Martino, Luciano Foà, Bruno Fonzi, Franco Fortini, Delia Frigessi, Carlo Fruttero, Natalia Ginzburg, Carlo Levi, Franco Lucentini, Giorgio Migliardi, Massimo Mila, Carlo Muscetta, Raniero Panzieri, Daniele Ponchiroli, Gian Carlo Roscioni, Paolo Serini, Renato Solmi, Vittorio Strada, Franco Venturi, Elio Vittorini, Corrado Vivanti...
Il libro
Il decennio che abbraccia questo secondo volume dei Verbali del mercoledì segna la definitiva trasformazione dell’Einaudi da azienda a carattere artigianale e “familiare” in un’impresa economico-finanziaria strutturata e complessa. Presentando ai lettori il Catalogo generale delle edizioni Einaudi nel dicembre del 1955, Giulio Einaudi riannodava i fili di una storia ormai ventennale che aveva visto una piccola «Casa legata da affetti» diventare «un’impresa d’interesse nazionale al servizio della cultura italiana». Una formula altisonante per descrivere quello che era stato prima di tutto un cambiamento di natura giuridica e finanziaria: il 29 ottobre 1954 la ditta individuale Giulio Einaudi editore si trasformava in una società per azioni e lanciava una campagna di sottoscrizione azionaria aperta ad autori, collaboratori e lettori. Un’operazione finanziaria unica nel suo genere che garantiva al tempo stesso l’immissione di nuovi capitali e il mantenimento dell’autonomia editoriale. Di questo progressivo adeguamento della struttura e della politica dell’Einaudi alle nuove istanze dell’industria culturale, i verbali del mercoledì non offrono in apparenza che un’immagine parziale o indiretta. Ma a ben guardare, nell’avvicendarsi di redattori e consulenti, nel prevalere di alcune voci o proposte, nei cambiamenti dei rapporti di forza, nei dibattiti e perfino nei silenzi che i verbali registrano, si possono cogliere non solo i riflessi dei mutamenti passati o in atto, ma anche gli indizi di percorsi e direzioni future.
Dall’introduzione di Tommaso Munari