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La tempesta
Testo a fronte
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Intrighi di corte, vendette, sogni rivelatori, magie, amori che sfidano l'odio e vincono: scrigno di significati e prezioso contributo alla modernità, La tempesta è una delle opere piú amate, piú lette, piú rappresentate e ri-scritte di William Shakespeare.
Il libro
La vicenda raccontata nella Tempesta – l’uragano suscitato dal mago Prospero, deposto duca di Milano, il naufragio del re di Napoli sulle rive della sua isola misteriosa, il colpo di fulmine tra il figlio del re di Napoli e Miranda, la giovane figlia di Prospero, – fu per lungo tempo considerata una fiaba, una storia di magie e di fantastiche apparizioni. Poi l’attenzione si spostò sulla figura di Prospero, vista come il portavoce di Shakespeare che si congedava dal teatro. Nel secondo Novecento, invece, l’accento fu posto sullo «schiavo» Calibano, interpretato discutibilmente come l’incarnazione delle vittime del colonialismo. Ma, forse, il fascino che La tempesta esercita sui teatranti sta soprattutto nella possibilità di dar vita alla magia del teatro portando in scena un testo che celebra quella magia stessa. Questa edizione viene presentata con testo a fronte nella nuova traduzione di Paolo Bertinetti e con il puntuale corredo di note di Mariangela Mosca Bonsignore.
***
Prospero – Dodici anni fa, Miranda, dodici anni fa tuo padre era il duca di Milano e un principe potente. Miranda – Signore, non siete voi mio padre? Prospero – Tua madre era uno specchio di virtú e diceva che tu eri mia figlia. E tuo padre era il duca di Milano e la sua unica erede e principessa era di nascita non meno illustre. Miranda- Dio mio! Quale infame macchinazione ci costrinse ad andarcene di là? O fu un bene fare cosí? Prospero – Entrambe le cose, figlia mia.