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Il conte di Montecristo
«Allora il boia lasciò cadere la mazza, estrasse il coltello dalla cintura, gli squarciò la gola con un solo colpo e, saltandogli sul ventre, cominciò a calpestarlo. A ogni pressione dal collo del condannato sprizzava un fiotto di sangue. Questa volta Franz non riuscí a resistere; si ritrasse e cadde su una poltrona mezzo svenuto. Albert, a occhi chiusi, rimase in piedi, ma aggrappato alle tende della finestra. Il conte era in piedi e trionfante come l'angelo malvagio».
Il libro
Nessun romanzo, forse, ha avuto tante edizioni, tanti adattamenti cinematografici e televisivi; è diventato un musical, un fumetto con Paperino, è stato immortalato sulle figurine Liebig, condensato nelle strisce della Magnesia San Pellegrino e oggi ispira la serie televisiva americana Revenge. Tutti quindi possono dire di conoscerne almeno a grandi linee la trama e il protagonista, anche chi non lo ha mai letto. Ma non c’è trasposizione che valga il godimento di aprirlo e rimanere intrappolati senza scampo nel suo inesorabile ingranaggio narrativo.