Giulio Einaudi editore

La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico

La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
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La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico va considerata una delle tre opere maggiori di Darwin, insieme all'Origine delle specie e all'Origine dell'uomo. Sono i tre libri che fondano il pensiero evoluzionista. Però del terzetto, la Variazione è senz'altro quello che ha avuto meno attenzione fra gli studiosi. In Italia, addirittura, non ha avuto traduzioni successive a quella di Giovanni Canestrini del 1876. Qualcuno ha pensato che quest'opera valesse soltanto per le pezze d'appoggio che forniva alla teoria generale darwiniana, ma in realtà è il luogo dove Darwin definisce questioni fondamentali come le leggi per l'ereditarietà, l'incrocio e la variazione. I meccanismi della selezione naturale e della selezione artificiale indotta dall'uomo procedono con modalità diverse, ma appartengono allo stesso ordine di fenomeni, e questa è un'acquisizione scientifica che conferma la teoria evoluzionistica e la apre a una serie di questioni mai affrontate prima da Darwin.

2011
I millenni
pp. XCVIII - 916
€ 85,00
ISBN 9788806201487
Illustrazioni di
Prefazione a cura di

Il libro

Per il lettore non specialista va anche aggiunto che lo stile argomentativo di Darwin è sempre comprensibile e accattivante, anche perché gli scienziati dell’epoca non avevano ancora elaborato linguaggi troppo tecnici, accademico-esoterici. E dunque ripercorrere queste pagine significa accedere a uno degli snodi principali della scienza moderna imparando tante cose che riguardano piante e animali ben noti coi quali abbiamo a che fare quotidianamente. Come scrive Telmo Pievani nella sua prefazione: «Immedesimandoci ora negli ospiti occasionali di un gentiluomo di campagna che ci sta per accompagnare in visita alla sua tenuta, non resta che tuffarsi nel mondo vittoriano della variazione darwiniana, tra fiere di bestiame, orgogliosi allevatori, parroci naturalisti, collezionisti di stranezze, giardinieri, cacciatori e viaggiatori, tra esperimenti casalinghi e fitte corrispondenze che servivano per rinsaldare una rivoluzione scientifica. Giovanni Canestrini a suo tempo ebbe la fortuna e l’onore di confrontarsi direttamente con l’autore. A qualche generazione di distanza, non priva di favorevoli variazioni ereditate, l’Italia rinnova quella capacità di ricezione e di approfondimento della visione evoluzionistica che aveva stupito anche il grande naturalista inglese».

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