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Genio del cristianesimo
Colonna portante del romanticismo, vivo punto di riferimento per la letteratura moderna, il Génie è anche opera faziosa che non ha mai smesso di dividere gli animi e di suscitare, talvolta, reazioni violente ed estreme. Piace riportarlo al centro dell'attenzione in tempi di rinnovate discussioni sulle «radici cristiane dell'Europa».
Il libro
Il 14 aprile del 1802 il Génie du christianisme appare per la prima volta in libreria. Quattro giorni dopo entra in vigore il Concordato tra Santa Sede e Repubblica francese. La riscossa della religione in Francia è congiuntamente politica e culturale. L’opera di Chateaubriand, concepita allo scadere del secolo dei Lumi, era stata scritta col principale intento di dare un’articolata illustrazione del mondo cristiano – soprattutto cattolico – in contrapposizione con l’entusiasmo rivoluzionario che aveva tentato di cancellarlo, dimostrandone la superiorità morale ed estetica. Un libro vessillo che avrebbe sostituito in tutta Europa i gusti neoclassici dell’Illuminismo con il nuovo immaginario romantico. Col suo Génie, scritto in una prosa suggestiva e ricca di fascino, Chateaubriand pone le basi di un rinnovato umanesimo, insieme cattolico e popolare, sintesi di ragione e fede, di storia e poesia: un umanesimo sottratto alla presunzione di ogni forma di razionalismo e totalmente aperto all’accoglienza di una religione rivelata capace di rendere efficace la potenza creatrice della parola.