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Il buio, il fuoco, il desiderio
Un'appassionata denuncia della scomparsa degli elementi fondamentali che hanno generato la grande musica popolare del Novecento. Un pamphlet intenso e provocatorio per chiunque non si rassegna al mondo dell'infinita ripetizione. Perché senza buio, fuoco e desiderio non c'è nemmeno la musica.
Il libro
La musica è finita ogni volta che qualcuno l’ha uccisa, e ogni volta, per questo, è rinata. È finita quando John Cage fece eseguire il suo silenzio, e nello stesso periodo nacque il rock’n’roll. È finita quando è morto John Coltrane, e Jimi Hendrix incise il suo primo disco. Oggi nessuno piú la sfida, niente piú ne segnala la fine, e forse è per questo che la musica è davvero morta. O almeno sono morti i suoi elementi guida. Lo scenario in apparenza ottimista del mondo tecnologico e connesso non è che un simulacro: la musica impazza su computer e telefonini, domina i messaggi pubblicitari, inonda gli spazi del mondo contemporaneo, ma non è la «musica di oggi», il nostro tempo non ha ancora la sua colonna sonora. La musica non si è evoluta: è un organismo agonizzante. Che ne è della passione, del fuoco sacro che ne ha accompagnato l’evoluzione nella lunga storia discografica? Castaldo ne analizza spietatamente l’identità perduta. Segue, come in un’elegia, le tracce del fuoco, del buio e del desiderio, i tre elementi senza cui la musica non ha ragione di esistere. E apre, infine, una finestra sul futuro.
«La musica non va piú ascoltata, va toccata, sporcata, ferita, abbracciata, abbandonata, assassinata. In ultimo, va liberata. Per poterla riascoltare».