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Tutto su mia madre
"Piu che Tutto su mia madre, questo libro dovrebbe intitolarsi
Tutto su Almodovar,... sul suo universo femminile".
Guillermo Cabrera Infante
Il libro
Un proverbio greco dice che solo le donne che hanno lavato i loro occhi con le lacrime possono vedere con chiarezza. Questo proverbio non funziona con Manuela, la protagonista di Tutto su mia madre. La notte in cui un’auto investe suo figlio Esteban, Manuela piange fino a restare completamente senza lacrime. E, lontana dal vedere con chiarezza, il presente e il futuro si confondono nella stessa oscurità. Quella notte, mentre attende in ospedale, legge le ultime righe che il figlio ha scritto su un taccuino da cui non si separava mai. «Questa mattina ho frugato in camera di mia madre fino a trovare un mazzetto di fotografie. A tutte ne mancava la metà. Mio padre, immagino. Ho l’impressione che alla mia vita manchi la stessa parte. Voglio conoscerlo, non m’importa chi sia, ne come si sia comportato con la mamma. Nessuno può negarmi questo diritto…» Perché non gli aveva mai detto chi fosse: “Tuo padre è morto molto prima che tu nascessi”, era il massimo che Manuela era riuscita a dirgli. Alla memoria del figlio, Manuela abbandona Madrid per tornare a Barcellona, alla ricerca del padre. Vuole dirgli che le ultime parole scritte dal figlio sono dirette a lui, benché non lo conoscesse. Ma prima deve dire al padre che quando l’aveva abbandonato, diciotto anni prima, era incinta, e che avevano un figlio, e che ora questo figlio era appena morto. Gli vuole dire anche che si chiamava Esteban, come lui… E Manuela va a Barcellona. Assieme all’edizione integrale della sceneggiatura di Pedro Almodovar, le riflessioni del regista, i testi e le testimonianze delle attrici e un prologo di Guillermo Cabrera Infante.