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Storie di pietra
«All'entrata della chiesa, davanti alla rappresentazione dell'Inferno e dei dannati, si svolgeranno, fino all'epoca moderna, le cerimonie di penitenza collettiva. Il rito e l'immagine sono in questo caso indissolubilmente legati, e devono venire studiati insieme. Questa valenza edificante dell'immagine è particolarmente evidente e diffusa sui timpani e sui capitelli. Nella scultura il peccato è onnipresente, in modo da attirare l'attenzione dei fedeli sui molteplici inganni e sulle tentazioni del Diavolo e, di conseguenza, sugli eterni tormenti infernali che attendono i dannati nell'aldilà. Ecco dunque una pletora di carnefici, di demoni, di mostri, di creature sconvolte e torturate. Ecco anche talvolta (come ad esempio a Conques) una messa in scena della bruttezza, della nudità, della paura e della sofferenza. Ma troviamo anche, per contrasto, immagini che mostrano la misericordia di Dio e la proficua intercessione degli angeli e dei santi, e piú tardi della Vergine. Una tale iconografia, che mette costantemente in esergo la lotta del bene e del male e che invita alla conversione, a rinunciare al peccato e a volgersi a Dio, è frutto della grande riforma voluta dalla Chiesa a partire dalla metà dell'XI secolo».
Il libro
In Francia il romanico si è sviluppato con un incomparabile grado di coesione e grandiosità: per il grande storico Henri Focillon, nella storia dell’arte europea esso rappresenta la prima compiuta definizione dell’Occidente. L’austera bellezza e la profonda armonia delle chiese romaniche seduce il nostro sguardo moderno forse ancor piú di quelle gotiche. Tuttavia, questa predilezione non sempre è accompagnata da conoscenze che permettono di comprenderne appieno il significato. Concentrando il loro interesse sui timpani e sui portali, gli autori dimostrano che la decorazione scultorea non ha nulla di esoterico. Ha piuttosto un ruolo educativo, teologico e morale al contempo, da mettere anche in relazione con i rituali liturgici (preghiere, canti, letture, processioni) che si svolgevano sulla porta delle chiese. Le stupefacenti fotografie di Vincent Cunillère rendono possibile ciò che una semplice visita non permette: un vero e proprio incontro ravvicinato con queste bibbie di pietra che con fantasia mirabile hanno saputo fondere l’immagine di Dio con quella dell’uomo. I dettagli piú spettacolari si succedono: dal Giudizio Universale sui portali dell’imponente abbazia di Sainte-Foy di Conques e della cattedrale di Saint-Trophime di Arles ai capitelli istoriati della cattedrale di Autun, dalla conversione delle genti sul timpano della basilica di Sainte-Marie-Madeleine a Vézelay agli atlanti della chiesa di Saint-Pierre a Beaulieu-sur-Dordogne, e ancora le chiese intitolate anch’esse a san Pietro a Moissac e a Aulnay-de- Saintonge, l’abbazia di sant’Egidio a Saint-Gilles du Gard, la chiesa parrocchiale di Saint-Julien-de-Jonzy. In dialogo costante con le immagini, il testo di Michel Pastoureau ripercorre la storia di ogni facciata, fornendoci le chiavi necessarie per comprendere fino in fondo lo splendore e l’incomparabile ricchezza dell’architettura romanica.